JUDO CLUB TOLMEZZO

Associazione Sportiva Dilettantistica

Il Judo è uno sport violento?

JUDO: la via della cedevolezza, dell’adattabilità.

E’ una disciplina di combattimento corpo a corpo, uno sport di contatto, che richiama il controllo delle forze dell’avversario al fine di replicarvi seguendo la linea della direzione dell’attacco. Una valutazione delle alternative più vantaggiose. Un confronto rispettoso tra le persone, alla cui base ci sono l’amicizia ed il rispetto reciproco.

Simbolicamente, indica il criterio con il quale accogliere le dinamiche di vita, che porta le persone ad inquadrare i problemi quotidiani, a determinarne i confini e a ricavare le soluzioni più favorevoli da adottare nel giusto tempo e secondo le migliori opportunità per profondere energie e raggiungere i propri obiettivi.

Nel Judo “non si rompono mattoni, si rompono le distanze, le timidezze, le diversità”.

Attraverso le prese, il bambino accoglie il compagno a sé, non lo allontana. Gli parla e lo ascolta attraverso il corpo, elaborando da vicino tutte le informazioni non verbali che provengono dall’interazione. E’ un invito a conoscersi, a comunicare e ad affrontare da dentro le difficoltà, senza mai rifuggirle.

Questo allenamento, motorio ed emozionale, apre il cuore dei bambini, infondendo in loro il senso di fiducia e di protezione reciproca. Lo stesso sentimento che, da grandi, maturerà in gratitudine per i compagni, per essere stati origine e motivo di miglioramento sportivo e umano. Sul punto, basti sapere che il termine comunemente usato per indicare “colui che subisce” una tecnica di judo, traduce piuttosto “colui che riceve”, evocando così lo stato d’animo e la riconoscenza che sono propri della buona ospitalità e che sono dovuti a chi ha contribuito a renderti felice della sua presenza e ad arricchirti con il suo sapere e con le sue storie.

Il bambino apprende gradualmente le tecniche di Judo, sapendo da subito che l’applicazione delle stesse è condizionata al rigoroso rispetto delle regole di autocontrollo che assorbe in palestra durante la pratica.

 

La ritualizzazione del combattimento permette oltretutto di canalizzare l’aggressività, non di amplificarla, ottenendo una riduzione degli atteggiamenti ostili, grazie ad un incremento dell’equilibrio psicologico, dell’autostima e della sicurezza in se stessi.

 

 

 

 

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